sabato 29 novembre 2008

venerdì 21 novembre 2008

IL REGALO PIù GRANDE


Voglio farti un regalo
Qualcosa di dolce
Qualcosa di raro
Non un comune regalo
Di quelli che hai perso
Mai aperto
O lasciato in treno
O mai accettato
Di quelli che apri e poi piangi
Che sei contenta e non fingi
In questo giorno di metà settembre
Ti dedicherò
Il regalo mio più grande


Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però so nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai partenza
Il regalo mio più grande
Il regalo mio più grande


Vorrei mi facessi un regalo
Un sogno inespresso
Donarmelo adesso
Di quelli che non so aprire
Di fronte ad altra gente
Perché il regalo più grande
È solo nostro per sempre


Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
Perché tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche
Che molto stanco il tuo sorriso non andava via
Devo partire però so nel cuore
La tua presenza è sempre arrivo
E mai...


E se arrivasse ora la fine
Che sia in un burrone
Non per volermi odiare
Solo per voler volare
E se ti nega tutto quest’estrema agonia
E se ti nega anche la vita respira la mia
E stavo attento a non amare prima di incontrarti
E confondevo la mia vita con quella degli altri
Non voglio farmi più del male adesso
L’amore amore


Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché
Di notte chi la guarda possa pensare a te
Per ricordarti che il mio amore è importante
Che non importa ciò che dice la gente
E poi
L’amore dato amore preso amore mai reso
Amore grande come il tempo che non si è arreso
Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte
Sei tu sei tu sei tu sei tu sei tu

Il regalo mio più grande

giovedì 13 novembre 2008

Maledetta depressione


Pensavo di averti sconfitta..per sempre,e invece....sei ancora quì,dentro di me,come un ospite scomodo,indesiderato.Ho faticato non poco per buttarti via ..e invece tu no......sei tornata per rendermi dinuovo inquieta,smarrita,distrutta.Mi neghi l'amore,la serenità,lanciandomi nel buio più profondo nell'agonia,nel panico,nell'ansia.......perchè lo fai!!!!!!!!!!Ti ho dato ascolto per tanti anni.....altri ne ho impiegati per lasciarti uscire pian piano dalla mia vita e tu...in un salto ne sei rientrata in possesso..PERCHE'????dimmi perchè!!perchè mi angosci,perchè mi fai paura,perchè lasci che il mio viso venga dinuovo segnato dalla sofferenza e dalle lacrime....perchè?Se vuoi che questa sia una sfida bene,se vuoi sia una competizione bene..ma per me questa è una guerra...non puoi prenderti tutto ciò che ho costruito con fatica...i miei buoni propositi,i miei sogni e il mio sorriso.....no non avrai nulla di tutto questo...perchè io sono più forte di te......si,sei tornata....ma ti giuro che non rimarrai a lungo....io,maledetta depressione,ti distruggerò...è una promessa!!!

mercoledì 12 novembre 2008

martedì 11 novembre 2008

SAN. MARTINO


La storia


Martino nacque in Pannonia, l'odierna Ungheria, nel 316; era figlio di un ufficiale romano e fu educato nella città di Pavia, dove passò la sua infanzia fino all'arruolamento nella guardia imperiale all'età di quindici anni. A scuola Martino prese i primi contatti con i cristiani e, all'insaputa dei genitori, si fece catecumeno e prese a frequentare con assiduità le assemblee cristiane. La sua umiltà e la sua carità hanno dato vita ad alcune leggende tra cui quella in cui Martino incontrò un povero al quale donò metà del suo mantello; oppure quella dell'attendente che Martino considerava come un fratello, tanto da tenergli puliti i calzari. Ottenuto dall'imperatore l'esonero dal servizio militare, Martino si recò a Poitiers presso il vescovo Sant'Ilario, che completò la sua istruzione religiosa, lo battezzò e lo ordinò sacerdote. Tornò in Pannonia dove convertì la madre, quindi combatté gli Ariani a Milano, ma venne cacciato. In seguito si ritirò in Liguria, infine di nuovo in patria. Amante della vita austera e del silenzio, eresse il monastero di Ligugè, il più antico d'Europa, e quello di Marmontier, tuttora esistente. Essendo vacante la diocesi di Tours, nel 372 venne consacrato vescovo per unanime consenso di popolo. Accettò la carica con grande riluttanza, ma si dedicò con zelo all'adempimento dei suoi doveri episcopali, continuando la sua vita ascetica di preghiere e rinunzie e portando nella sua nuova missione il rigore dei costumi monastici, sempre vicino alla gente, soprattutto ai contadini più poveri. Resse la diocesi per ben ventisette anni in mezzo a molti contrasti, anche da parte del suo stesso clero. Un certo prete Brizio arrivò persino a querelarlo; ma il vescovo lo perdonò dicendo: "Se Cristo sopportò Giuda perché io non dovrei sopportare Brizio?". Stremato dalle fatiche e dalle penitenze, pregava il Signore dicendo: " Se sono ancora necessario non mi rifiuto di soffrire, altrimenti venga la morte." Morì a Candes e volle essere disteso sulla nuda terra, cosparso di cenere e cinto da un cilicio: era l' 11 novembre del 397. I suoi funerali furono celebrati alcuni giorni dopo per dare il tempo ai suoi monaci di arrivare: ne erano presenti circa duecento. Sepolto nella cattedrale di Tours, la sua fama si diffuse in tutta la Francia, dove è ancora invocato come primo patrono della nazione. La sua tomba è meta di continui pellegrinaggi da tutto il mondo. Nell'arte San Martino è raffigurato sul cavallo mentre taglia il suo mantello; in Francia, nelle chiese a lui dedicate, è rappresentato come vescovo che distribuisce elemosine ai poveri.

La leggenda


Era l'11 novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa; per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c'è un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. "Poveretto, - pensa - morirà per il gelo!" E pensa come fare per dargli un po' di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo copre tutto. Gli viene un'idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello, lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto."Dio ve ne renda merito!", balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena. Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se ne vanno. Il cielo diventa sereno, l'aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l'estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per festeggiare un bell'atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più gradito a Dio. Ma la storia di San Martino non finisce qui. Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era proprio lui in persona.
(Tratto dal sito della parrocchia di S. Martino vescovo di Alpignano )
ps.:E' anche la festa dei cornuti però............................TANTI AUGURI!!!!

lunedì 10 novembre 2008


È così, è così se una storia naufraga,
si diventa vecchi come chi
ha chiuso il mondo in un cassetto,
deciso a non aprirlo più
e la domenica diventa un'isola,
una terra che non riconosci
e continui a lavorare
con il cuore al minimo,
senza accorgerti che negli occhi suoi
hai scordato un pezzo di te.
Non ti fidare di me,
vorrei amarti davvero, lo so,
ma non m'innamorerò!


Ma è così, è così che si getta l'ancora [Sì!]
in fondo ai sogni di una come te,
[Così vera e fragile!]
che credi ancora ai sentimenti
e a questa vita, come se
fosse una favola interminabile,
una lacrima immensa del mare
e continuo a far l'amore, [E continuo a far l'amore!]
limitando i brividi,
illudendomi che in un attimo
possa liberarmi di te.


Non ti fidare di me,
potrei amarti davvero, lo so,
ma non m'innamorerò!
[Io no!
Ma non m'innamorerò...] I
o non m'innamorerò!


E no, anche se vivo di te
e tu vivrai del bisogno che avrò,
non ti fidare di me,
vorrei amarti per sempre, lo so,
ma non m'innamorerò!


[Io no!
Ma non m'innamorerò...]
Ma non m'innamorerò!


[Io no, io no!
Ma non m'innamorerò...]
Io non m'innamorerò!
[Io no, io no!
Ma non m'innamorerò...]

domenica 2 novembre 2008

2 Novembre



Stranamente splende il sole in questa giornata così triste
che ci fa ricordare chi,per poco tempo ci è vissuto accanto
chi dalle nostre vite è scomparso ma sempre vivono nei ricordi,
nei pensieri,nel cuore di chi l'ha amati e mai dimenticati
un fiore a voi che da lassù continuate a vegliare su di me
sui miei giorni e le mie notti
che la vostra memoria mia aiuti ad andare avanti
e che il mio pensiero giunga a voi senza perdere l'amore con il quale è partito.......