domenica 30 gennaio 2011

Pericolosamente amici



Sciogliamo ogni riserva tra di noi
o passerò dei guai
ho assecondato tutti i voli tuoi
ma non ti basta mai...
Vivere all’impronta non si può
inseguendo l’onda
e rischiare sempre un po’ di più
di cadere giù...
Improvvisare esagerare, si
ma non più di così
arriverà un momento tu lo sai
che ci ricascherai...
Attento a quel che dici o svelerai
quelle tue matrici
di tanti buoni amici tu vedrai
quante croci.
Passano di qui, i carnefici
hanno chissà che, da venderti
io non ci sarò puoi credermi
lunghe trattative
un destino breve
niente da imparare...
Che amico è
chi vuole illuderti
chi sa confonderti
chi non ha limiti
certo ricorderò
quel volto pallido
e provo un brivido
se penso a te.
Pericolosamente amici noi
senza sincerità
se in questo gioco mi trascinerai
un trucco ci sarà
presente in ogni amara scelta tua
in ogni tua ferita
eppure ogni centimetro di te
era vita.
Certe compagnie, ci cambiano
c’influenzano. Ci costano
io mi fermo qui in quest’angolo
dove tutto avviene
in tempo reale
amore dopo amore...
Che amico è
è forse l’ultimo
il meno pratico
quando un sorriso è in pericolo...
Io non ti appenderei
a quel laccio emostatico
tu mi detesterai
ma io ti salverei
Che amico è...
dimmi che amico è...
certo ricorderò
quel giorno tragico
tu eri un brivido
che non c’è più

mercoledì 12 gennaio 2011

Farfalle nella testa

Confusione è la parola di oggi e non so se sarà un’altra dissertazione filosofico-semantica.
Lo scopriremo solo scrivendo.
In questo periodo – diciamo pure da 3 mesi a questa parte – sono in confusione.
Un gran caos in testa, nel cuore, in casa.
All’inizio cercavo di tenere tutto sotto controllo, rasentando la follia.
Il primo mese è passato così nella perfetta agonia.
Il secondo mese è passato a metà tra la perfetta incredulità e il caos.
E ora in questo terzo mese è il caos, la confusione.
A casa sembra scoppiata una bomba.

E poi confusione mentale. No, diciamo caos allo stato puro.
Altro che teoria del caos. Io le farfalle ce l’ho dentro la testa.
Ci penso già da sola a cambiare opinione nel giro di 2 secondi netti e non ho bisogno di persone che facciano altrettanto.
All’inizio le parole dicevano una cosa e i fatti un’altra.
Ora i fatti dicono una cosa e le parole un’altra.
Chi ci capisce qualcosa è bravo.
Io non ci capisco molto, sono molto confusa.
Sono confusa da questa situazione, da questa storia.
So solo che la pazienza si sta esaurendo. Che ho bisogno di certezze, non di promesse.
Le promesse devono essere fatte solo se possono essere mantenute e io non faccio più promesse.
Io non faccio più sogni, non ho più aspettative.
Tutto quello che accadrà sarà comunque bello, perchè è accaduto.
Esiste solo il presente. Quando uso il futuro è giusto perchè esiste anche quel tempo verbale e non è come in inglese che posso usare il presente per esprimere il futuro.
Quindi ho bisogno di certezze su questo presente.

sabato 1 gennaio 2011

Il primo giorno di Capodanno

Il giorno di Capodanno
Il primo giorno dell'anno
Lo distinguiamo dagli altri
come
se fosse
un cavallino
diverso da tuttii cavalli.
Gli adorniamo
la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,e
a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore
che scende da una stella.
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,lo bagnerà
con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell'ombra.Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell'anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pania ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo.
Pablo Neruda

....si però....le stelle non c'erano